La LILT Ferrara tratterà il tema della qualità dell’aria in ambienti interni con una serie di news periodiche curate da Andrea D’Aniello, esperto in confort ambientale, attraverso le quali verranno approfonditi diversi ambiti del problema.
In questa prima parte viene presentata una introduzione generale al tema.
La qualità dell’aria indoor (IAQ) sta diventando sempre più un argomento di grande attualità per il numero crescente di patologie con cui è in correlazione. Le stime dell’OMS lasciano poco spazio a obiezioni: 4,3 milioni di decessi l’anno in tutto il mondo sono riconducibili alla pessima qualità dell’aria che respiriamo all’interno degli ambienti confinati.
Nel corso degli ultimi decenni la ricerca è riuscita a dimostrare in maniera sempre più specifica e rigorosa come la nostra salute dipenda da ciò che mangiamo.
La consapevolezza e la ricerca di informazioni sempre più precise e dettagliate sugli ingredienti che compongono i cibi che mettiamo in tavola ci consentono di mantenere alto il livello di attenzione – e quindi di filtro – rispetto a ciò che riteniamo più corretto ingerire ai fini del piacere del palato ma anche del benessere psicofisico.
Si stima che ogni giorno un individuo adulto consumi mediamente l’equivalente di 2 litri di cibo.
Contemporaneamente, però, lo stesso individuo consuma 8.000 litri d’aria! E cosa sappiamo riguardo l’aria che ingeriamo? Poco o nulla. Naturalmente è immediato leggere sulla confezione di un prodotto di quali ingredienti si componga, mentre è ben più complicato monitorare l’aria che respiriamo.
Eppure, lo stile di vita attuale ci porta a trascorrere gran parte del nostro tempo in spazi confinati: al lavoro, a casa, nei luoghi di socializzazione e per fare la spesa…
L’aria esterna è controllata (o almeno dovrebbe esserlo) dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente che dispongono di una rete di centraline disseminate sul territorio e che monitorano diversi parametri chimici e fisici.
L’aria indoor resta invece un grande punto interrogativo. Sappiamo però che è peggiore di quella esterna. E non di poco!
I dati dell’OMS parlano di aria interna fino a 10 volte più inquinata di quella esterna.
Ma cosa intendiamo per qualità dell’aria interna?
La Qualità dell’aria interna (IAQ) definisce la qualità dell’aria all’interno e intorno agli edifici e alle strutture misurandone la salubrità e il comfort in relazione agli occupanti.
L’IAQ può essere influenzata da contaminanti microbici (funghi, batteri), particelle sospese (fumi e polveri), gas (come monossido di carbonio, il radon, composti organici volatili) e ogni altro elemento che possa creare condizioni negative sulla salute.
La Sindrome dell’Edificio Malato (SEM) non è considerabile come una vera e propria malattia, si tratta piuttosto di una serie di disturbi che affliggono le persone che trascorrono molte ore al l’interno di un ambiente chiuso.
I soggetti intervistati lamentano sensazioni di disagio acuto, come cefalea, irritazione di occhi, naso e gola, tosse secca, pelle disidratata, vertigini o nausea, difficoltà di concentrazione, affaticamento, ipersensibilità agli odori. La maggior parte dei sintomi svanisce o si attenua fortemente allontanandosi dall’edificio.